Devo ammetterlo: questo è il mio appuntamento preferito tra quelli mensili di questo blog. Vi sembrerà strano, ma mi piace dare un senso alle scelte che faccio – cercando di capire perché mi piace una data cosa o il motivo per cui l’ho inserita in una lista di cose per cui vorrei spendere dei soldi. Credo che, per quanto la società in cui viviamo sia consumistica, sia altresì molto importante comprendere le motivazioni delle scelte che facciamo ogni giorno: per capire se sono dettate da momenti passeggeri o da motivazioni più profonde.
Questo ovviamente non significa che non ci sia della frivolezza, anzi: ma mi interessa capire da dove arriva.
Bene, ora bando alle ciance e iniziamo!
PER IL QUIETO VIVERE
Nelle ultime settimane sono stata costretta a stare a casa: mi sono presa la varicella dai miei nipoti (l’affetto ha un prezzo evidentemente), la cosa si è complicata un po’ più del previsto e sono 3 settimane che sto qui sul divano a cercare di riempire le milioni di ore di tempo libero che inaspettatamente ho guadagnato.
I primi giorni – in cui non potevo fare niente se non guardare la tv da lontano e disegnare – sono andati discretamente bene: ero a casa da sola e non ero abbastanza in forma da annoiarmi. La noia è iniziata dopo: quando ho iniziato a riprendere un po’ di forze, ma convivevo 24h su 24 con un persona che da casa ci lavora e che volevo disturbare il meno possibile. Il fastidio dello stare davanti allo schermo del computer a lungo non era ancora andato via e ho sognato un paio di cuffie wireless da poter attaccare alla TV per potermi guardare tutti i documentari di Netflix.
Voi avete esperienza con questo tipo di prodotto? Io assolutamente no e mi piacerebbe molto poter avere qualche consiglio: mai come in questi casi, mi manca mio nonno.
Credo di avere già detto che ho una passione (inspiegabile) per le scatole. Non credo di aver mai detto però che sono un’inguaribile disordinata (a casa molto più che in ufficio). Il collegamento tra le due cose ha una logica lineare: dentro le scatole posso essere disordinata quanto mi pare. Ho trovato queste a forma di valigia vintage (altra cosa per cui vado matta), i colori pastello non sono esattamente “i miei colori”, ma l’abbinamento mi piace. Voi che ne dite?
PICCOLE GIOIE IN CUCINA
Se ti piace cucinare, in cucina non ti annoi mai. Ma, a volte, il rischio di cadere nella monotonia delle preparazioni e della presentazione (o composizione) dei piatti è molto alto, soprattutto se il tempo che possiamo dedicare alla cucina non è moltissimo. Ci sono due tipi di cose che mi aiutano ad evitare di essere monotona: gli utensili da cucina divertenti e le decorazioni da cucina colorate.
Per questo 7 cose ho scelto due decorazioni/utensili che credo possano piacere anche a voi: il poggiamestolo a forma di raviolo e il taglia biscotti a tema Harry Potter.
Si lo so, sono adorabili, non c’è bisogno che mi ringraziate.
PERCHÉ LA LIBRERIA È GIÀ PIENA, ALLORA TANTO VALE
Ultimo punto della lista non possono che essere dei libri: dopo qualche anno in cui ho letto troppo poco, il biennio 2016-2017 sembra essere quello dell’accelerata e non posso che esserne felice. Credo di aver finalmente definito i miei gusti, capito cosa realmente mi piace leggere e quindi scegliere un libro diventa più piacevole (non più facile).
In soccorso a tutto ciò c’è Tegamini, che con i suoi Librini su Snapchat ha contribuito a rendere la mia lista dei desideri chilometrica, ma decisamente più definita. Dall’inizio dell’anno ha consigliato 2 libri che ho messo in whishlist senza nemmeno farle finire gli snap: Il tennis come esperienza religiosa di David Foster Wallace e Quaderni giapponesi di Igort.
Il primo è un saggio (anzi 2) sul mio sport preferito e su uno dei tennisti migliori di sempre, Roger Federer. Il secondo è un libro illustrato (e non solo) autobiografico in cui l’autore racconta il periodo passato in Giappone per migliorare la sua arte da disegnatore. Sono entrambi due libri che indagano una realtà: il tipo di libro che amo leggere più di ogni cosa al mondo.
La terza copertina che vedete invece è quella di un manuale pratico di calligrafia.
Se mi seguite su Instagram Stories (@tuzina), avrete visto che in questi giorni di riposo forzato mi sono data all’hand lettering. Si tratta di un passatempo che ho sempre amato, così come il disegno: di entrambi, per lungo tempo, avevo dimenticato il piacere che ne ricavassi da ragazzina. Da gennaio ho ripreso in mano entrambi gli hobby e per quanto sia ancora “fresca” sul disegno – o meglio dire sul doodling – sono molto arrugginita sulla calligrafia, non ricordo praticamente nulla di quello che avevo imparato e soprattutto, mi manca la fantasia di provare caratteri diversi da quelli che escono naturalmente dalla mia matita. Un libro come questo, che è molto pratico e pieno di esempi, credo possa essere il modo migliore per riprendere ad esercitarmi a scrivere meravigliosi biglietti d’auguri, come facevo una volta.