Maggio è stato decisamente un mese di cambiamenti quest’anno (e non sarà l’ultimo).
Scrivo questo post seduta al tavolo della cucina della mia nuova casa, ancora senza connessione stabile e guardando gli operai che demoliscono gli interni del palazzo dietro il mio.
Tirare le fila di questo mese non è semplicissimo, ma ci sono un paio di cose qui e là che credo possano riassumerlo.
Lacrime e sorrisi.
Anni fa avevo sentito dire da qualche parte che traslocare sia come affrontare un lutto per la nostra psiche. Quando ho cambiato casa per la prima volta (da casa dei miei per andare a convivere con Giuliano), la cosa è stata più difficile del previsto: il primo giorno e mezzo l’ho passato in una specie di crisi ormonale, passando dal pianto alla felicità come una pazzoide. Di fatto è stato un evento traumatico, anche se meraviglioso.
Questo trasloco, invece, è stato completamente diverso.
Innanzitutto è partito con un presupposto completamente diverso: non avevamo intenzione di cambiare casa, ci siamo dovuti adattare ad una decisione presa da altri. L’impatto con la questione è stato terribile: abbiamo pianto, ci siamo depressi e speravamo si trattasse di un brutto incubo.
Poi abbiamo scoperto che il 2018 ci avrebbe portato un figlio e tutto ha preso un’altra prospettiva: siamo passati dal “non troveremo mai un posto bello come questo” a “troviamo un posto che sia un buon compromesso, a renderlo speciale di pensiamo noi 3”.
Con il passare del tempo e l’avvicinarsi del momento la curva emozionale è stata intensa e altalenante: trovare casa non è stato facile e una volta trovata sono spuntate le magagne (come sempre).
A farmi scendere qualche lacrima sono stati i primi due scatoloni chiusi (o forse gli ormoni?). Per un attimo ho pensato che in nessun altro posto saremmo stati così felici come nella vecchia casa.
Man mano che gli scatoloni aumentavano e lo spazio per muoversi in casa diminuiva, diventavo sempre più impaziente: non vedevo l’ora che il giorno del trasloco arrivasse.
E poi, a sorpresa, non ho versato nemmeno una lacrima.
La prima sera che abbiamo passato nella casa nuova, con scatoloni e cose ovunque avevo un gran sorriso stampato in faccia: mi ero tolta un pensiero e anche il piccolo ballerino di samba che vive poco al di sotto del mio cuore ha espresso tutta la sua felicità.
Non ho pianto nemmeno quando abbiamo riconsegnato le chiavi e ho visto la nostra “Casa del cuore” completamente vuota.
Sono sicura che in questa nuova casa (devo ancora trovarle un nome) saremo felici, tutti e tre.
Anche questo mese ho mangiato.
(Non che ci fossero dei dubbi in merito)
A parte aver introdotto una nuova tradizione familiare in cucina (ne parlavo qui e qui) e aver messo a regime l’abitudine di fare un menù settimanale (che implica soldi risparmiati e cibo non buttato) questo mese è stato culla di nuove scoperte tra posti, servizi e abbinamenti di gusto.
A inizio maggio sono stata a San Salvario Emporium per una bella passeggiata insieme ad un’amica. La giornata era molto calda e dopo la camminata ci è venuta fame. Siamo andate alla Locanda Clandestina – ci ero già stata, ma solo di sera – e io ho mangiato il Polpo Clandestino, che è quello che vedete nella foto: era ottimo.
Qualche giorno dopo è stato il fatidico “Kitchen Day”: ovvero ci hanno consegnato (e montato) la cucina che abbiamo comprato per la casa nuova [inserire occhi a cuoricino qui].
Perché la cucina fosse montata, per quanto lineare e abbastanza semplice nella struttura, ci è voluta qualche ora e nel frattempo si è fatta pausa pranzo. Ne abbiamo approfittato per provare un posto che mi ha fatto venire fame tutte le sere tornando a casa dall’ufficio nell’ultimo anno: Kebaguette (quello di corso Belgio), un locale che mette insieme la bakery più moderna, le tradizioni culinarie mediorientali e il bar all’italiana, il tutto a ottimi prezzi (commisurati alla qualità del cibo). Ci siamo tornati il giorno del trasloco e credo ci vedranno spesso.
Ultima conquista: ho finalmente provato Deliveroo a domicilio!
Dove abitavamo prima non c’era copertura di servizio di nessuno tra i servizi di food delivery nati nell’ultimo periodo e dovevamo affidarci al semplice asporto o al servizio offerto dai singoli ristoranti. Il nuovo indirizzo ci ha portato delle gioie.
Così la sera del trasloco abbiamo fatto il nostro primo ordine (scegliendo tra l’altro un ristorante che era molto vicino a dove abitavamo prima) ed è così che la nostra nuova vita ha avuto inizio.
Ovviamente ho anche cucinato questo mese, ma per quello ci sarà un post a parte, come sempre.
L’armadio fa il monaco.
Secondo voi fa ridurre maggiormente l’armadio una gravidanza o un trasloco?
La combo delle due è sicuramente micidiale: io vi giuro che non ho mai avuto un guardaroba così piccolo in vita mia.
Non penso sarò mai una da “capsule wardrobe” (se non sapete cos’è, potete leggerne di più qui, qui e qui) – lo shopping mi piace troppo per smettere di farlo – ma senza dubbio avere meno cose da mettere (per questione di girovita in perenne crescita) e imparare che cosa ci piace davvero indossare (e per cosa vale la pena spenderli i soldi) può dare grandi soddisfazioni.
Il mio armadio ridotto di questo periodo mi ha insegnato un paio di cose:
- Una maglietta bianca o nera rendono più facile uscire di casa;
- L’abbinamento maxi (o midi) dress, giacchetta e scarpe basse (ballerine, sneakers o sandali) mi fa sentire a mio agio, dovunque io debba andare.
La youtuber che vorrei essere.
Qualche tempo fa chiedevo su Instagram Stories se aveste degli/delle youtuber da consigliarmi che si occupassero di lifestyle senza occuparsi di daily vlogging.
La risposta è stata scarsa e mi sono chiesta se ci sia ancora qualcuno (a parte me) che guarda video su youtube, ma mi sono anche resa conto che la mia richiesta non fosse così semplice.
Sta di fatto che, cercando cercando, nell’ultimo mese-mese e mezzo circa mi sono innamorata di una youtuber britannica che sostanzialmente (beauty reviews e tutorial a parte) rappresenta la youtuber che avrei tanto voluto essere, ma non sarò mai: The Anna Edit.
Perché mi piaccia è presto detto: è naturale davanti alla telecamera, racconta la sua vita con cognizione di causa, tratta la sua vita come un lavoro e non un privilegio e riesce a mettere insieme argomenti diversi tra loro senza mai risultare bipolare o scostante.
Ha un’organizzazione mirabile, sia per la produzione video che per testi e foto del suo blog, non dimentica mai di ringraziare chi la guarda per le opportunità che le vengono offerte ed è cristallina quando si tratta di contenuti sponsorizzati. La sua è content creation vera, sana e genuina.
Dopo aver guardato e letto un po’ dei suoi contenuti, mi sono data uno scossone anche io e ho rimesso mano a questo blog, al mio calendario editoriale e fatto una grandissima riflessione su cosa volessi davvero scrivere qui dentro (anche questa rubrica è frutto di questo innamoramento). Sostanzialmente è stata la mia fonte di ispirazione di maggio.
Più influencers come lei, renderebbero il web un posto migliore di quello che a volte mi sembra sia.
Qui i suoi link: YouTube – Blog – Instagram – Podcast