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Per la prima volta in 30 anni, passerò l’intero mese di agosto a Torino: ammetto che fa un certo effetto.
L’arrivo (prossimo) del piccolo di casa è il motivo principale del nostro non-spostamento di quest’anno: sostanzialmente non sapendo quando effettivamente deciderà di venire al mondo, non è il caso di allontanarsi troppo.
Spero recupereremo presto con delle vacanze “fuori stagione”, semplicemente andando a cambiare l’aria che respiriamo, ma in un modo o nell’altro bisogna farlo passare questo mese qui.

Questa volta quindi, ho messo insieme una wishlist di cose semplici, alcune basilari, per far passare agosto meno faticosamente (che con il caldo che fa la vedo grigia), per prendersi del tempo per se (anche quando penserò di non averne più) e per avere del tempo da passare insieme (che non sia bimbo-centrico).

Iniziamo!

Del tempo per sè

Alla nascita del piccolo di famiglia manca poco, pochissimo. Il grillo parlante che è nella mia testa continua a dirmi che questo significa che il tempo libero a mia disposizione si sta assottigliando in maniere che non immagino nemmeno. Il grillo probabilmente ha ragione, ma diventare madre è stata una scelta per me, quindi un po’ ne sono consapevole. Sono anche consapevole del fatto che per quanto il tempo sia inesorabile nel suo scorrere, prenderne un pezzo per sé e le proprie necessità è una scelta: vi faccio un esempio banale. Fino a poco più di 2 anni fa leggevo, se andava bene, un libro all’anno, dietro la scusa del “non ho tempo”. Tra il 2017 e il 2018 ho letto una media di un libro ogni mese e mezzo, semplicemente decidendo di farlo.
Sono sicura che con un altro individuo di mezzo che domina la maggior parte del nostro tempo sarà più difficile, ma penso che non debba essere impossibile.

Ecco perché in questa wishlist ho inserito due libri, che per me sono tornati ad essere fondamentali per staccare da tutto e prendermi del tempo solo per me. Quelli che ho scelto, sono due testi molto differenti tra loro, ma che hanno entrambi un loro peso specifico.

Il primo libro é Se tu lo Vuoi, il primo romanzo di Valeria Fioretta aka Gynepraio ovunque sul web. Sapevo già da tempo che sarebbe uscito e l’aspettavo con impazienza. Si tratta della storia di un’amicizia particolare, di quelle salvifiche (senza cadere nel patologico) con in sottofondo la città di Torino durante un’estate diversa dal solito.
Se volete saperne di più vi lascio il link al book trailer e alla pagina dedicata al libro che Valeria ha creato sul suo blog. Inoltre, per tutto il mese di agosto (ma anche più avanti eh) potete condividere la vostra interpretazione del libro su Instagram con l’hashtag #setulovuoi: leggete il post di Marta per capire meglio come fare.
La mia copia è già sulla pila dei “to read”: spero che arrivi il suo turno molto molto presto, sono sicura che lo divorerò.

Il secondo libro che ho scelto di mettere in wishlist invece è una graphic novel, s’intitola Salvezza e l’hanno scritta Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso. Racconta una storia (vera) più attuale che mai, quella degli sbarchi, delle migrazioni nel Mediterraneo che partono molto più lontani che “dall’altra parte del mare” e dell’importanza di restare umani davanti ad una delle tragedie più grandi del nostro tempo. Di quelle storie che vorremmo non dover raccontare ai nostri figli, ma che invece devono conoscere anche loro.

Ultimo punto della wishlist dedicata al “per me” è senza dubbio una nuova Leuchtturm 1917 puntinata: se seguite questa rubrica da tempo sono sicura che non vi sarà estranea. Che cos’è? Un quaderno rilegato di ottima qualità diventato famoso per il bullet journaling, nato tra le sue pagine, che mi ha accompagnato da agosto dello scorso anno e negli ultimi 12 mesi. Per me è un modo per rilassarmi, per prendermi del tempo per fare cose che mi piacciono: disegnare, scrivere, incollare, scarabocchiare, organizzare la mia vita quotidiana, raccontarmi: tutte cose che vorrei continuare a fare durante i prossimi 12 mesi, anche per poi, in un futuro, riprendere in mano i due diari e confrontarmi con chi ero e chi diventerò.

Nuove routine, nuovi gadget, vecchie tradizioni

Durante questi mesi a casa in maternità, per non impazzire (o annoiarmi) ho cercato di crearmi delle piccole routine e introdurre delle nuove (o vecchie) abitudini che spero di poter continuare a seguire nei mesi a venire, nonostante lo tsunami in arrivo. Tra queste ce n’è una particolarmente sana: andare (a piedi) a fare la spesa al mercato – che per fortuna è vicinissimo alla casa nuova.
So che per molti di voi potrebbe non sembrare una grande conquista, ma dopo 3 anni di frutta e verdura del supermercato e 1 anno di Cortilia, avere la possibilità e la lucidità mentale di andare al banco di un contadino e scegliere insieme a lui che cosa mangiare nella settimana, vedere il banco cambiare a seconda di quello che è cresciuto ed è di stagione, ha la forza di una vera e propria conquista dell’era moderna. Io e il contadino siamo arrivati al punto in cui ho il suo numero di telefono, così se dopo il parto non me la sentissi di uscire per qualche motivo potrei ordinargli lo stesso la spesa e farmela addirittura consegnare a casa. Se non è una conquista questa, ditemi cosa può esserlo.

Tutto questo per dirvi che sogno di poter avere uno (o più) cestini in vimini per andare a fare la spesa, di quelli che in Polonia hanno tutti e che qui invece non vedo mai, di quelli che usava mia nonna per andare a fare la spesa quando essere “eco” non era di moda ma la normalità.  Questo che vedete è fatto a mano in una cittadina polacca e venduto da una blogger che ha il papà nel settore, ho paura di chiederle quanto mi possano costare le spese di spedizione, quindi se sapete dove posso comprarne uno artigianale a Torino (non foderato andrà benissimo) o nei dintorni, fatemelo sapere.

Per lo stesso motivo, vorrei sostituire la mia shopper in pelle di Zara con una nuova: quella che ho si è ormai logorata, ma mi ci sono trovata molto bene in tutte quelle giornate piene di commissioni da fare, ma in cui è necessario avere il più possibile le mani libere. Ho trovato questa di Zara tra i saldi, mi sembra possa andare bene. Che dite?

Sul fronte abbigliamento invece, ho messo in wishlist questo abito abbottonato di Zara (che ovviamente non è scontato), ma in realtà ne vorrei mille altri (sia abbottonati così che a portafoglio): credo che per l’alimentazione di una personcina e contemporaneamente continuare ad avere una pseudo vita sociale post-parto possano essere LA soluzione.

Ultima cosa messa in wishlist è invece qualcosa di talmente banale che quando mi sono accorta di non averla in casa, mi sono sentita quasi persa: un mazzo di carte.
Durante tutte le vacanze trascorse in Polonia ho passato le mie serate a giocare a carte con i miei genitori, a pinnacola: l’unico gioco di carte che conosco davvero. E quando dico tutte le sere, intendo tutte le sere (almeno finché non ho iniziato ad uscire anche dopo cena). Abbiamo passato serate infinite intorno ad un tavolo a sfidarci e recentemente, raccontando a Giuliano di questa vecchia tradizione di cui quasi ci eravamo dimenticati, abbiamo deciso di insegnargli a giocare e per questo ci servirà un mazzo di carte adeguato. Per me le carte da gioco sono solo Dal Negro, quindi questo mazzo va dritto tra i prossimi acquisti da fare.

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